Work-Passion Balance: perché ho scelto di occuparmi proprio di questo

Ehilà, persona-che-si-definisce-creativa(-però-chissà-magari-esagero-forse-sono-solo-pigra-annoiata-o-inserire altri aggettivi/etichette che ci siamo piantatə addosso nel tempo)

Persona al talk show con microfono sul tavolo, sfondo città notturna.

Sento la necessità di dirtelo: non nego che sovente mi è passato per la mente che se non avessi comunicato chiaramente cosa faccio di mestiere e perché è così importante per me, nessuno mi avrebbe preso sul serio, e le persone creative che potrebbero beneficiare di ciò di cui mi occupo perderebbero un’occasione di fare, come mi piace dire in termini un tantino poetici, esperienza di sé.

Te ne parlo qui perché il fatto è che i social, pur con tutta la loro utilità, viaggiano a un ritmo che per me è difficile sostenere: mi piacciono i pensieri complessi, le spiegazioni approfondite – e non per il mero gusto del raziocinio – ma per il senso che possono dare alla nostra vita in concreto. Questo, sui social, nell’era dell’IA, fatico a trovarlo.

Quindi eccomi, in questo spazio, con il dilemma delle persone creative, di quelle multipotenziali, di quelle appassionate di molte cose che con lo stipendio poco c’entrano – o, se c’entrano/c’entrassero, sarebbe bello fosse per garantire un tenore di vita per campare in modo semplice e sereno (ah, le alte aspettative Millennial):

Equilibrio tra
vita e lavoro
o
Equilibrio tra
lavoro e passioni?

non so cosa fare, non m'importa, che ne so, come faccio a capirlo, domande, equilibrio

Risposta breve: se chiedete a me, life non può stare sull’altro piatto della bilancia rispetto a work.

Risposta meno breve: Non credo che “vivere per lavorare” faccia bene al corpo e alla mente, e non mi sentirete mai dire che il tempo del lavoro va bilanciato con quello della vita. Il tempo del lavoro È uno dei vari pezzetti del tempo della vita – tanto meglio se si basa su ciò che ami, ma poter fare una scelta di questo tipo talvolta può essere un privilegio, talvolta una faticaccia, talvolta…beh, una scelta e basta.

È vero che perseguiamo i nostri scopi attraverso le nostre azioni, i nostri progetti.
È vero che talvolta il lavoro è solo qualcosa che ci serve per pagare l’affitto e fare la spesa: la vita non è fatta delle stesse opportunità per tuttə, e non tutte le persone possono scegliere di fare il lavoro che amano.

Quindi quello che possiamo fare insieme è cercare di equilibrare il tempo del lavoro, che sia un lavoro necessario o scelto e amato, con quello delle nostre passioni; o addirittura creare un lavoro che includa ciò che amiamo, un lavoro che prima non aveva un nome, o qualcosa in cui non ti sei concessə di credere di riuscire perché “troppo”: troppa paura, troppa timidezza, troppo poca competenza, troppe poche risorse.

Puoi fare un passo per volta,
acquisire consapevolezza di chi sei,
cosa realmente desideri e ami fare ed essere,
che obiettivi porti e che risorse cercare per raggiungerli.

Ci vuole dedizione, e spesso una guida esterna è un elemento fondamentale per sbloccarsi dal caos della nostra testa, che non trova più soluzioni. L’ho provato sulla mia pelle: sono stata coachee (persona che viene allenata), prima che coach.
Ho fatto i miei percorsi di consulenza con persone esperte in materia.
Mi sto ancora allenando a mantenere il mio equilibrio tra lavoro e passioni, nella vita.
Spero di poter essere il tipo di mentore che fa al caso tuo, e che insieme possiamo formarci per dare un senso vero alla nostra vita, valido per noi, autodeterminato.


Anche perché, per quanto ne so, quando sei felice, mica hai da ridire sui tentativi delle altre persone per essere felici. Il che rende il mondo un po’ più libero e leggero, no?

Se ti va di dirmi la tua a riguardo, mi trovi sui social ai link a fondo pagina o alla mia email, info@saraballassocoach.com. Mi fa sempre piacere dialogare – i monologhi li lasciamo a stand-up comedian (bene così) e a tuttologi da social (meno bene così, ma tant’è).

P.S. Può essere scontato, ma sottolineo come sempre: questo tipo di percorsi di sviluppo NON può sostituirsi alla cura psicologica, alla psicoterapia, a tutto ciò che riguarda l’ambito della cura. Stiamo parlando di orientamento, di fare esperienza, di scoperta di sé attraverso strumenti pratici e di riflessione, di costruire la propria carriera o delineare un percorso di vita a propria misura, di fare rete.